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Secondo quanto stabilito nel testo della nuova riforma del lavoro per i licenziamenti da parte delle aziende,  per ragioni economiche e organizzative, contestati dai lavoratori sara’ -necessario,  prima di andare in Tribunale – obbligatoriamente tentare la conciliazione davanti ad una commissione paritetica. Si costruisce, cosi’,  l’istituto della conciliazione del rito speciale del lavoro sulle macerie dell’abrogato art. 410 del c.p.c.

Chi paghera’ i locali ed i dieci membri della commissione paritetica? I cittadini le imprese ed i lavoratori,  con l’aggravio  che ancora una volta gli attori della lite vedranno risolti  i loro problemi dopo lunghissimo tempo,  e  con costi a carico delle parti per farsi assistere nella conciliazione. C’e’ la mediazione civile legge 28/2010, un nuovo istituto giuridico nato per risolvere  ogni tipo di controversia civile e commerciale perche’ non sfruttarlo?  Questo e’ quanto  dice Pecoraro,  presidente dell’organismo internazionale di conciliazione ed arbitrato, iscritto al numero 24 del Registro tenuto presso il ministero di Giustizia.

Molti lavoratrori ed imprese hanno gia’ fatto ricorso, per risolvere le loro controversie,  a questo nuovo istituto giuridico dando dignita’ alla loro sovrana volonta’ di decidere i propri destini  alla presenza di mediatori professionali, imparziali, specializzati in materia di lavoro. Rendiamo l’avvio delle procedure gratuite  per tutti i diritti disponibili dei lavoratori – continua Pecoraro,  al limite le parti potrebbero corrispondere solo un contributo che racchiude spese ed indennita’, soltanto a conciliazione conclusa. La mediazione obbligatoria sta gia’ contribuendo in modo sostanziale alla deflazione dei procedimenti giudiziali, perchè non provare,  non solo per quella del lavoro ma anche per quella fiscale? (Quest’ultima dalle prime  stime risulta  già fallita prima ancora di cominciare).
“Miliardi di euro e soldi pubblici. in una crisi di queste dimensioni, solo per creare strutture che per il passato sono  già state fallimentare, è troppo”.