Al momento stai visualizzando Il pantano della legge elettorale: come uscirne veramente e perchè i 10 saggi falliranno.
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Non c'è che un solo modo per uscire dal pantano della legge elettorale e non è la scelta dei 10 parafulmini voluti dal presidente ma un vecchio trucco dei mediatori.

 

La legge elettorale non può che essere uno scoglio per i partiti politici ed il motivo è semplice: saranno sempre condizionati dai propri calcoli elettorali e nel tentativo di mediazione ognuno farà pesare i propri interessi puntando  più a boicottare il successo del concorrente piuttosto che dare una buona legge al paese.

Il presidente Napolitano, consapevole del problema, ha cercato di superare il pantano affidando ad elementi di seconda fila dotati di una certa credibilità nelle proprie rispettive aree politiche il compito di mediare cercando la soluzione "meno peggio" votabile almeno per pd e pdl. In pratica il ragionamento del presidente è: i partiti in aula mai si metteranno d'accordo , (come avvenuto nella scorsa legislatura), allora gli forzo la mano.  Più che saggi il loro ruolo è di parafulmini.

In queste condizioni l'attuale porcellum sarà sicuramente sostituito da tutta la fattoria e avremo una bellissima legge elettorale a collegio variamente uninominale con correzione proporzionale a doppio turno con sorteggio e supercazzola con scappellamento a destra (cit. amici miei) oltre a  varie eccezioni a seconda della media dei risultati elettorali ottenuti dai partiti località per località.

Insomma dalla mediazione uscirà qualcosa di utile forse ai partiti  ma difficilmente adatto alle esigenze del Paese.

In questo caso l'unico modo per uscirne è usare un vecchio trucco dei mediatori.  Quando si deve dividere un insieme di beni di difficile valutazione si chiede ad uno degli aventi diritto di fare le parti con la condizione che sarà l'ultimo a scegliere. In questo modo ovviamente chi fa le parti avrà tutto l'interesse a farle di pari valore.

Poichè la legge elettorale deve servire al popolo italiano e non ai partiti allora si può stabilire una data entro la quale ogni parlamentare o gruppo presenti una propria ipotesi di legge elettorale e le tre proposte maggiormente votate, (in modo che pd, pdl e M5S possano presentare ognuno la propria), verranno successivamente  prospettate agli italiani che sceglieranno la preferita tramite referendum, (in fondo sono gli italiani a dover subire le conseguenze della legge elettorale, sarebbe anche giusto che se la scegliessero liberamente).

Se proprio vogliamo fare una cosa raffinata possiamo accettare per il referendum anche la proposta della società civile che raccoglierà, entro la data stabilita,  la firma del numero maggiore di rettori.  Un modo per coinvolgere anche le università in questa fase di proposta e quindi poter scegliere tra più opzioni di qualità.

Con la spada di Damocle del referendum  i partiti saranno maggiormente motivati a non tirare troppo la corda per evitare che la loro proposta venga valutata scadente dagli elettori e quindi cercheranno di non esagerare con la tutela dei propri interessi come invece farebbero in caso di trattativa tra partiti.

Sono sicuro  troverete questa proposta una buona idea ma purtroppo dovremo accontentarci della  legge elettorale a collegio variamente uninominale con correzione proporzionale a doppio turno con sorteggio e supercazzola con scappellamento a destra perchè i saggi non potranno fare altro che assecondare i desideri dei partiti che altrimenti mai approverebbero una legge che li danneggi.

Ettore Panella

Nota.
In Italia i referendum sono solo abrogativi ma i referendum consultivi non sono vietati, (ad es. il 18 giugno 1989 gli italiani decisero tramite referendum consultivo se conferire o meno il mandato costituente al Parlamento europeo).  Il parlamento può benissimo decidere di usare il referendum consultivo in  un caso specifico.