Riceviamo e pubblichiamo ben volentieri.
Gli atteggiamenti da stadio, assunti dall’avvocatura nei confronti del ministro Alfano tenutosi a Genova, è uno spettacolo al quale la quasi totalità dei giovani avvocati non avrebbero voluto assistere. Uno scenario impressionante ancora una volta creato non per proteggere i giovani ma, solo tendente a non voler far perdere alla “casta” quella ventina di grossi studio professionali i cui titolari, spesso, sono a capo dei rispettivi ordini professionali.
Finalmente questi “re senza corona”, hanno definitivamente buttato la maschera.
Il CNF e l’OUA, non sono altro che due attori diversi nella stessa commedia, finita tragicamente, per la verità più per colpa del secondo che del primo. Contro la follia che governano questi Ordini bisogna opporre il ruolo e la dignità di noi giovani avvocati. E’ uno spettacolo al quale noi giovani avvocati/conciliatori non avremmo voluto assistere:
- atto primo – sulla soppressione dell’obbligatorietà. Risposta del Ministro – “la conciliazione non cancella il grado giurisdizionale, le parti sono libere sempre di andare dal giudice o da chi dà loro fiducia, quindi dagli avvocati».;
- atto secondo: – sulla necessità di assistenza alle parti nel procedimento di mediazione. Risposta del Ministro sulla necessità della presenza di un avvocato anche nel procedimento di mediazione credo che questo sia nella natura dei fatti. Io stesso nel procedimento per diffamazione che ho intentato al gruppo Espresso ho avviato una mediazione con intervento di un legale;
- atto terzo:convocazione di un tavolo di confronto con tre interlocutori: ministero, avvocatura e opposizioni. I temi? Il decreto Bersani, la riforma dell’avvocatura e la conciliazione obbligatoria. La risposta del Ministro «Perché ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Non sono più ammissibili demagogie».
L’avvocato del Diavolo A.L.