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Prima una considerazione: In risposta alle farneticanti  dichiarazioni di taluni elementi che hanno perso privilegi di esclusiva, risponde la Commissione Europea. Stanno tirando per la giacca l’attuale ministro della Giustizia, infatti l’equilibrio da trovare in materia di mediazione obbligatoria non sta nella sua abolizione ma  nel suo potenziamento, cioè qui è necessario  rendere obbligatori tiutti i diritti disponibili dei cittadini che sono anche consumatori. C’è gente  nell’avvocatura che invece di pensare ai GROSSI PROBLEMI DI LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI, divulga  solo menzogne. Fossero anche tremila le mediazioni concluse  in circa sei mesi che significa?  Questi signori si preparassero a giustificare davanti al giudice e ai propri clienti,che pur avendo ragione in una causa, per il semplice fatto di non aver aderito al procedimento di mediazione,  il proprio cliente sarà costretto  al pagamento della sanzione del contributo unificato per tutti i gradi di giudizio oltre alla nefasta conseguenza del pagamento di tutte le spese di giustizia e degli onorari oltre che dei propri anche di quelli di controparte. Altro che danneggiamento ed aumenti di costi per il cittadino!

Questo il comunicato della COMMISSIONE EUROPEA

Bruxelles, 29 novembre 2011 – Nel 2010 un consumatore europeo su cinque ha incontrato problemi all’atto di acquistare beni e servizi nel mercato unico. Se un venditore si rifiuta di riparare il laptop che si è rotto durante il periodo di garanzia o se risulta impossibile raggiungere un accordo con un’agenzia di viaggi in merito al rimborso per un vacanza rovinata ci sono vari modi per risolvere la questione senza adire le vie legali. Nel momento attuale però la soluzione stragiudiziale del contenzioso nell’Unione risulta sfortunatamente possibile soltanto per alcuni settori commerciali od in alcuni campi. Per affrontare questo problema la Commissione europea ha presentato oggi un pacchetto di proposte legislative volte a garantire che tutti i consumatori dell’Unione possano risolvere i loro problemi senza dover andare in tribunale, a prescindere dal tipo di prodotto o servizio su cui verte il contenzioso e del punto del mercato unico europeo in cui l’hanno acquistato (cioè sia in patria che all’estero). Per i consumatori che effettuano i loro acquisti in linea in un altro paese dell’Unione la Commissione desidera istituire una piattaforma unica in linea estesa all’intera Unione, che consenta di risolvere interamente in linea il contenzioso relativo ai contratti nel giro di 30 giorni.

Le modalità alternative di soluzione del contenzioso (ADR – Alternative dispute resolution) rappresentano per i consumatori un metodo più veloce, più economico e più agevole da usare del ricorso al tribunale. Si è stimato che la possibilità generalizzata di accedere ad ADR di buona qualità in tutta l’Unione farebbe risparmiare ai consumatori circa 22,5 miliardi di euro all’anno. Essa contribuirebbe parimenti a migliorare per le imprese la gestione delle relazioni con i clienti nonché l’immagine aziendale. La Commissione desidera che il nuovo pacchetto di provvedimenti legislativi contribuisca ad aumentare la fiducia dei consumatori nel mercato unico dell’Unione, il che comporta per loro maggiori possibilità di scelta e prezzi più interessanti, contribuendo così in ultima analisi alla crescita dell’economia dell’Unione.

John Dalli, commissario responsabile per Salute e consumatori, ha dichiarato: “È inaccettabile che così tanti problemi dei consumatori siano lasciati irrisolti perché i consumatori non dispongono di mezzi veramente efficaci per risolvere il contenzioso con i commercianti. Questo li colpisce nel portafoglio e nella fiducia che ripongono nel sistema, oltre a rallentare la crescita europea. Una volta adottate, le proposte che presento oggi aiuteranno i consumatori europei ad avvalersi di metodi facili, rapidi e poco costosi per risolvere i loro problemi, in qualunque punto dell’Unione ed in qualunque modo essi acquistino un prodotto o servizio”.

Quali provvedimenti sono stati adottati oggi?
La direttiva sulle modalità alternative di soluzione del contenzioso (direttiva ADR) garantirà l’esistenza di enti stragiudiziali di alta qualità, in grado di affrontare qualsiasi contenzioso relativo a contratti tra un consumatore ed un’impresa. Nell’ambito di questa proposta:
gli enti suddetti dovranno soddisfare determinati criteri qualitativi, vale a dire essere ben qualificati, imparziali, trasparenti, efficaci ed equi;
le imprese informeranno i consumatori in merito all’ente cui rivolgersi per affrontare un potenziale contenzioso sui contratti che li opponga ad esse;
gli enti ADR risolveranno il contenzioso nel giro di 90 giorni.
Il regolamento sulla soluzione in linea dei contenziosi istituirà una piattaforma in linea estesa a tutta l’Unione (detta ‘piattaforma ODR’: On line dispute resolution = Soluzione in linea del contenzioso) che fornisca a consumatori ed imprese uno sportello unico cui rivolgersi per risolvere in linea I contenziosi relativi ad acquisti effettuati in linea in un altro paese dell’Unione. Il suddetto sportello unico provvederà a:
inviare automaticamente il reclamo del consumatore all’ente nazionale competente in tema di soluzione alternativa del contenzioso;
agevolare la soluzione del contenzioso nel giro di trenta giorni.
Quali vantaggi presentano queste proposte per consumatori ed imprese?
i consumatori potranno accedere ad un sistema efficace e poco costoso per risolvere i contenziosi che li oppongono ai commercianti, a prescindere dalla natura dei beni e servizi che acquistano, dal modo in cui li acquistano (in linea o no) e dalla località dell’Unione in cui li acquistano (nel loro paese o all’estero);
i consumatori che effettuano acquisti in linea in altri paesi dell’Unione saranno in grado di risolvere interamente in linea i loro contenziosi relativi ai contratti con commercianti dell’Unione;
i risparmi che i consumatori potranno così realizzare sono stimati pari allo 0,2% circa del PIL dell’Unione (vale a dire 22,5 miliardi di euro);
per le imprese la possibilità di accedere a sistemi alternativi di soluzione del contenzioso sarà di importanza cruciale per gestire le relazioni coi clienti e migliorare l’immagine aziendale, oltre che risparmiare i costi legati al contenzioso;
consumatori e commercianti in tutta Europa avranno la garanzia che tutti gli enti europei stragiudiziali chiamati a risolvere i loro contenziosi soddisfino gli stessi criteri, siano cioè trasparenti, ben qualificati, imparziali, efficaci ed equi;
in ultima analisi, la maggiore fiducia incoraggerà i consumatori a ricercare più attivamente le offerte vantaggiose di prezzi migliori nel mercato unico europeo, stimolando così la concorrenza e la crescita economica.
Contesto
Le modalità alternative di soluzione del contenzioso (ADR) prevedono il ricorso ad una terza parte neutrale (quale un arbitro, un mediatore od un ombudsman). Ciò risulta più economico, rapido e semplice che ricorrere ai tribunali.

Al giorno d’oggi nell’Unione vi sono più di 750 enti che si occupano di ADR. In alcuni paesi dell’Unione questi servizi sono tuttavia disponibili soltanto in alcune regioni od in alcuni settori (quali, ad esempio, i servizi finanziari o le telecomunicazioni, per non menzionarne che due). La consapevolezza della possibilità di ADR rimane bassa tanto tra i consumatori quanto tra le imprese. Non sono inoltre stati ancora sviluppati sistemi in linea per la soluzione del contenzioso di cui possano usufruire gli acquirenti in linea che effettuano i propri acquisti all’estero.

Il costo del contenzioso irrisolto con i consumatori è valutato allo 0,4% del PIL dell’Unione. In questo calcolo rientrano le somme perse dai consumatori europei a causa di problemi legati ad acquisti effettuati in altri paesi dell’Unione, che si valuta ammontino ad una cifra compresa tra 500 milioni ed 1 miliardo di euro.

Prossime tappe
Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione si sono impegnati ad adottare il pacchetto entro la fine del 2012 in quanto intervento prioritario a titolo dell’Atto per il mercato unico (vedere IP/11/469). Il pacchetto corona altresì una delle iniziative nell’ambito dell’ Agenda digitale per l’Europa. Una volta adottati questi provvedimenti, gli Stati membri avranno 18 mesi per recepire nelle proprie legislazioni la direttiva ADR. Ciò significa che enti ADR stragiudiziali di buona qualità dovrebbero essere disponibili in tutti i punti dell’Unione nella seconda metà del 2014. La piattaforma unica estesa a tutta l’Unione per la soluzione in linea del contenzioso diventerà pienamente operativa sei mesi dopo tale data (vale a dire, agli inizi del 2015), perché il suo funzionamento esige la costituzione e la rivalorizzazione degli enti stragiudiziali laddove ciò sia necessario.