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Il ministro  di Giustizia Paola Severino lancia un messaggio chiaro e preciso agli  avvocati. Conviene ancora avere comportamenti di chiusura alla mediazione da parte di alcuni ordini provinciali degli avvocati?  Come abbiamo sempre detto  e come si è dimostrato l’aver ascoltato “chi della mediazione non aveva capito nulla”, ha solo fatto in modo  di autodanneggiare se stesso e i propri colleghi, che in buona fede li hanno seguiti. Belle parole quelle del Ministro, che spero trovino comprensione e ricontro nei fatti.  Più tardi si deflazionano gli attuali procedimenti pendenti e quelli da venire, più presto il cittadino sarà libero di esperire volontariamente la mediazione senza imposizioni. Ci preoccupa, invece, dice il  presidente Pecoraro, le ritorsioni che alcuni presidenti di ordini provinciali, stanno iniziando a mettere in atto verbalmente (almeno per ora) nei confronti di colleghi avvocati,  che pur non essendo “SEDI” “AGENZIE” SUCCURSALI – FILIALI  di organismo, ma, “uffici di prossimità di mediazione “(cioè luoghi di domiciliazione di camere conciliative ANPAR) minacciano sanzioni disciplinari, contro i propri colleghi. Se questo stato di cose dovesse avere inizio, saremo costretti  nei confronti di quel presidente/i che si azzardano a mettere in atto questo tipo di ritorsione gravissimi provvedimenti sia penali che di richiesta di risarcimento danni. L’ANPAR  non ha nessuna SEDE DI ORGANISMO presso studi legali. Detto ciò, raccomandiamo agli avvocati nostri iscritti ed autorizzati  all’apertura di uffici di prossimità, istituiti al solo fine di divulgare l’istuto della mediazione oltre che di funzione di “camera A.D.R.”,  di inviare alla segreteria  ANPAR  eventuali comunicazioni che ricevete  da parte dei responsabili degli ordini provinciali degli avvocati di eventuali comunicazioni di diffide, nel senso sopra prospettato.

Pubblichiamo il messaggio stampa del Ministro.

Giustizia/ Severino: Mediazione è test limitato nel tempo
“Gli avvocati bravi lavorano, diritto alla difesa non si tocca”

Roma,

16 dic. (TMNews)
Gli avvocati “hanno le loro esigenze da rappresentare” ma non devono temere le innovazioni e le sperimentazioni come quella della mediazione civile: il ministro della Giustizia Paola Severino ha lanciato un messaggio distensivo all’indirizzo della sua categoria professionale di provenienza, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi seguita all’approvazione del pacchetto giustizia-carceri. “Gli avvocati sono tanti, definirli una lobby – ha detto rispondendo alla domanda di un giornalista – mi pare eccessivo”.
Di fronte all’inquietudine dei suoi ex colleghi (il guardasigilli si è cancellato dall’Albo quando ha assunto l’incarico), Severino ha voluto sottolineare il “valore fondante” del diritto alla difesa, che “è costituzionalmente garantito, nessuno può metterlo in discussione nella sua essenza, nei suoi contenuti fondamentali. Il problema riguarda il modo in cui va esercitato e la qualità di chi lo deve esercitare. Quella di avvocato è una professione tra le più difficili e nobili”, ha proseguito il ministro, che si è detta convinta del fatto che “per ogni avvocato c’è tanto spazio, se si tratta di un avvocato per bene e preparato. Se siete bravi, se sapete lavorare, se lavorate seriamente, i piccoli temi non vi devono spaventare”.
Gli avvocati non devono temere, quindi, “se c’è un momento temporaneo di deflazione nella giustizia attraverso la mediazione, che avrà uno spazio limitato nel tempo e serve a dare fiato alla giustizia. Chi sa lavorare, chi ha voglia di lavorare seriamente continua ad avere occasioni anche se per un anno si fa la prova di vedere se la mediazione funziona”