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Abbiamo ricevuto lo sfogo di un “navigante” <lavvocatodeldiavolo46@yahoo.it>  il seguente messaggio che pubblichiamo perchè molto significativo. Buona lettura.

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Una sparuta minoranza, per fortuna,  di  appartenenti all’avvocatura continuano a danneggiare gli stessi loro iscritti in particolare noi giovani avvocati. Più leggo gli interventi, più mi rendo conto che  questi signori  che hanno presieduto ordini professionali li dobbiamo mandare a casa e presto prima che fanno ulteriori danni. Avete visto cosa dichiarano “quelli” dell’ordine di Caltanisetta? Che belle facce di bronzo ci rappresentano? Questa gentaglia fino a ieri dove stava? Andatevene a casa o vi cacceremo questo deve essere lo slogan di tutti i giovani avvocati e di quelli che credono  come me che con  la mediazione si apriranno  altri sbocchi professionali. Mi sono spesso posto una domanda: perchè limitarsi a fare solo l’avvocato? A ragionare su quanto affermato dal  presidente, PECORARO, nei vari incontri che ha tenuto per divulgare il nuovo istituto giuridico della mediazione  l’avvocato, nel procedimento di conciliazione può:
1. rappresentare la parte se è già un suo cliente,
2. essere designato dall’organismo di appartenenza  “conciliatore per dirimere la controversia”, 
3. essere designato arbitro in controversie dove è inserito la clausola compromissoria,
4. se l’avvocato o altro soggetto appartenente ad altra categoria professionale  è bravo nell’insegnamento  potrebbe fare  oltre che il conciliatore anche il formatore.
Un riflessione salta subito all’occhio  degli attenti osservatori  – media e giudici compresi – con la mediazione civile  finalmente finiscono le assegnazioni “clientelari” da parte degli ordini professionali, i protagonisti sono i cittadini e le imprese. La conferma   sono i primi dati  che si leggono e che sono divulgati in questi giorni (settimana della conciliazione) fra camere di commercio ed organismi di conciliazione  sono strabilianti, grazie alla mediazione il carico delle controversie si è abbattuto secondo stime approssimativa tra il circa il 40%. e il 60%, altro che lungaggine ed aumento di costi del procedimento conciliativo. Affermazioni contrarie  sono solo falsità.
Perciò cari amici uniamoci e mandiamo a casa, chi fino ad oggi ha solo pensato ai suoi fatti e quelli della “cricca” che lo circondano. Questi “pseudo luminari del diritto” , che fino ad oggi hanno sfruttato e mortificato gratuitamente, la nostra professionalità e dignità, non debbono più rappresentarci, anzi stiamo attenti se, si costituiscono in Organismo, non vorrei che che quello che stanno buttando dalla finestra, una volta superata la crisi di nervi attuale, lo fanno entrare dalla finestra, perchè staremo “punto e a capo”.
Per fortuna che  – si contano sulle dita di una mano –  gli  ordini professionali che  si dichiarano non rassegnati e che continuano c.d.  a  danneggiare i colleghi facendoli entrare il più tardi possibile sul mercato della mediazione, con le loro scriteriati dichiarazioni in convegni (ma avete visto le facce dei presenti?): Da parte mia-  e ve lo dice uno che non ha rinnovato l’iscrizione  all’ordine di appartenenza – ho solo notato che come conciliatore  lavoro senza stress “da udienze”, senza l’ansia che mi assale quando ascolto sentenze che sono la negazione della giustizia,  e soprattutto finalmente  non debbo elemosinare il lavoro. Me lo sono trovato  secondo le mie specifiche competenze e grazie  all’organismo di cui faccio parte non ho problemi di designazione  ma solo di controllo e questo non è poco.